La Giornata internazionale della donna a Pisa quest'anno vedrà protagonista Shirin Ebadi, giurista iraniana premio Nobel per la Pace 2003, autrice per Proctor Edizioni del libro "Storia di una bambina vivace", a cura di Marina Ines Scrosoppi.
Ebadi, che da anni vive in esilio, è stata invitata dalla Scuola Superiore Sant'Anna come ospite principale di un convegno internazionale dedicato all’analisi dello statuto giuridico e delle problematiche legate all’uguaglianza di genere, con particolare riferimento alla situazione delle donne in Iran.
Il convegno, in lingua inglese, è in programma sabato 8 marzo 2014, a partire dalle 9,30, nell'Aula Magna dell'istituto pisano in piazza Martiri della Libertà 33 (il programma della giornata è disponibile qui).
Tra l'altro, l'8 marzo rappresenta una data ancor più significativa per le donne iraniane: in quella giornata del 1979, infatti, "la radio annunciò che tutte le donne dovevano portare il velo (cioè coprire la testa con un foulard), proprio il giorno della festa della donna. E dissero che questa era l'opinione di Khomeini", ricorda la stessa Shirin Ebadi nel libro-intervista edito da Proctor. "Lo stesso giorno, di pomeriggio, alcuni gruppi di donne si riunirono dicendo di voler partecipare a una manifestazione, marciando verso il ministero della Giustizia, per presentare il proprio dissenso. Io ero tra quelle donne che facevano discorsi. Da allora, cominciarono tutti i problemi delle donne. Per esempio, si diceva che era meglio che le donne lavorassero part-time. Infatti potrei dire che l'8 marzo del 1979 capii che la rivoluzione non era quello che volevo io".
Insieme a Shirin Ebadi, al convegno di Pisa parteciperanno altre importanti figure dell’attivismo, del mondo accademico, delle istituzioni e della società civile iraniana, in particolare, per riflettere sul significato della giornata della donna in un’ottica inedita. L'intervento del premio Nobel è previsto nella prima sessione della mattina e verterà sul tema "Women’s Struggle for Gender Equality" ("La lotta delle donne per l'uguaglianza di genere").