NO Uffici Sostenibili - PROCTOR EDIZIONI
EDITORIA PROFESSIONALE
COLLEZIONI DI ARCHITETTURA, INGEGNERIA E URBANISTICA

"La costruzione e la gestione degli edifici merita un ripensamento critico e radicale, con il fine di assicurare un risparmio consapevole e controllato delle risorse, di migliorare il livello qualitativo degli ambienti di lavoro e di ridurre efficacemente i consumi energetici dal punto di vista economico"

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Uffici sostenibili. Architetture premiate in Europa

“Sustainable administration buildings. Awarded architecture in Europe”

Di / by Thomas Herzog

Edizione bilingue italiana e inglese, 200 pagine, 2009

Isbn 9788895499024


Raccolta di progetti già realizzati e premiati che riguarda principalmente gli edifici ad uso direzionale, ponendo in primo piano l'approccio responsabile nei confronti dell'energia e delle risorse. Le linee guida di questi progetti sono replicabili anche per edifici non necessariamente ad uso ufficio.
I testi sono in italiano ed in inglese. 

Come sottolinea l’architetto Thomas Herzog nella prefazione, “gli edifici a uso amministrativo e direzionale qui documentati – con le proprie differenze e la varietà degli apporti al tema della sostenibilità – hanno lo scopo di dimostrare che la caratteristica comune è data dall'eccezionale livello della qualità progettuale, riconosciuto universalmente dagli esperti in materia. Un apprezzamento che può derivare sia dalla vittoria di noti concorsi di progettazione, sia da premi e riconoscimenti di eguale prestigio conferiti da giurie indipendenti per l'eccellenza del contributo alla scena architettonica internazionale e contemporanea”. 

Varietà nella restrizione

In edilizia, anche quando le risorse sono utilizzate con parsimonia, l’obbiettivo non è rappresentato dalla massimizzazione degli effetti e dei mezzi da impiegare, ma da una selezione degli stessi in grado di garantire il raggiungimento delle mete prefissate e l’equilibrio interno della composizione architettonica.
Gli edifici longevi, con una struttura adattabile e al contempo esteticamente gradevole, contribuiscono in ampia misura alla sostenibilità.

Oggi il pianeta è continuamente costretto a confrontarsi con problemi di portata finora sconosciuta, imputabili al drastico aumento del fabbisogno di energia, all’esiguità delle scorte di combustibile fossile e nucleare e ai cambiamenti climatici globali che si manifestano con sempre maggiore forza.

Le pubblicazioni che affrontano l’argomento sono moltissime e ognuna tende ad approfondire la complessità del tema in un modo differente. Il materiale contenuto in questo libro, e che riguarda principalmente gli edifici per uffici, non è stato raccolto per documentare gli eccezionali risultati del bilancio energetico di qualche costruzione – spesso di dubbia attendibilità – tantomeno per esaltare le più moderne tecniche di sfruttamento dell’energia ambientale.
Lo scopo di questa pubblicazione non è nemmeno quello di produrre una raccolta di sapore enciclopedico con la presunzione di sistematizzare l’argomento, come è avvenuto spesso negli ultimi anni con quelle trattazioni che inglobano anche edifici molto differenti per funzionalità.
Entrambi questi obbiettivi richiederebbero molto più spazio e godrebbero di un interesse squisitamente accademico, rischiando di non essere più attuali nel giro di poco tempo. La selezione dei progetti è stata invece ristretta ad un ambito limitato di funzionalità, che, di norma, corrisponde a quelle indicate nell’incarico del progettista.
Quello degli edifici per uffici è un campo che ben si adatta allo scopo.
Perciò abbiamo selezionato una buona dozzina di edifici ad uso direzionale già realizzati, ponendo in primo piano il tema dell’accesso differenziato alle necessità comuni e di ordine superiore di un’architettura che tenta un approccio responsabile nei confronti dell’energia e delle risorse.
Gli edifici documentati in questa raccolta si differenziano sotto molti aspetti, evidenziando, tra l’altro, l’ampia gamma delle interpretazioni dello stesso problema all’interno di alcune condizioni di margine definite.

L’ambito di manovra è limitato dai seguenti fattori:
• condizioni climatiche locali
• esposizione del lotto
• forma e collegamenti infrastrutturali del lotto
• contesto urbanizzato e naturale
• riferimenti culturali

Oltre ad influire sulle particolarità della costruzione, tutto questo contribuisce a comporre l’aspetto complessivo del fabbricato. Le differenze che si evidenziano fanno riferimento – e questa cosa è voluta – a una funzione d’uso spesso ricondotta alla tipologia di un edificio dal carattere puramente funzionale; che non consente facilmente uno spazio sufficiente di individualizzazione architettonica.
Di conseguenza fioriscono spesso tipologie standardizzate che, tra Vancouver e Dubai, Mosca e Shangai, si differenziano solo per i consumi energetici o che attirano l’attenzione con sovrastrutture di natura puramente decorativa.
Ancor prima di concedere la possibilità di elaborare quelle considerazioni dettagliate che appartengono alla progettazione responsabile – in grado cioè di considerare tutte le specificità ambientali – il committente odierno si aspetta la presentazione di un edificio disegnato nel modo più realistico possibile – a maggior ragione quando gli edifici sono ad uso direzionale o rappresentano un investimento – in cui l’oggetto architettonico sia associato ad una stima attendibile e definita dei costi. In questo modo è inevitabile il ricorso ad una trattazione superficiale del progetto, tendente a concedere un valore eccessivo all’aspetto estetico della costruzione.

Allo stesso modo, l’impiego di componenti strutturali e di sottosistemi diventa più arduo poiché, in nome di un’ingenua trasferibilità di principi e forme realizzative, si commettono errori applicativi di fondamentale importanza – che finiscono inevitabilmente per avere ricadute negative sulla fiducia che il committente ripone nel progettista. La selezione di architetture presentata in questo volume dovrebbe tuttavia aiutare il lettore a non cadere erroneamente nella convinzione che l’architettura attenta alle esigenze del bilancio energetico sia una specie di “stile” o di modello a cui guardare (o magari da copiare) per ottenere il risultato desiderato o prefigurato.
La ricchezza delle soluzioni offerte dovrebbe invece servire a stimolare l’apporto di ulteriori contributi alla cultura architettonica attuale, in linea con gli obbiettivi di una responsabilità progettuale.
Gli edifici a uso amministrativo e direzionale qui documentati – con le proprie differenze e la varietà degli apporti al tema della sostenibilità – hanno dunque lo scopo di dimostrare che la caratteristica comune è data dall’eccezionale livello della qualità progettuale, riconosciuto universalmente dagli esperti in materia.

Un apprezzamento che può derivare sia dalla vittoria di noti concorsi di progettazione, sia da premi e riconoscimenti di eguale prestigio conferiti da giurie indipendenti per l’eccellenza del contributo alla scena architettonica internazionale e contemporanea.
Tutto questo finisce per mettere in evidenza alcune fondamentali di argomentazioni.
Quando il contenimento del consumo di risorse influisce in modo radicale sull’aspetto architettonico del progetto, la limitazione ad un solo ambito di funzione d’uso dimostra la molteplicità delle soluzioni attualmente disponibili e l’assenza di un canone formale specifico e definito.
L’architetto è l’unico e primo responsabile del progetto complessivo, al quale spetta la scelta e la limitazione dell’incredibile quantità di materiali, tecniche costruttive, prodotti, strumenti – nel frattempo alla portata di tutti – di simulazione, calcolo e rappresentazione in campo architettonico, energetico, impiantistico, di fisica tecnica delle costruzioni e di selezione dei materiali. La missione è nel frattempo divenuta più complessa e interessante, senz’altro non più semplice. Nell’ambito di queste considerazioni occorre sottolineare che il programma delle funzioni, la volumetria e il contesto spaziale e topografico devono necessariamente fare riferimento agli indirizzi di natura economica e culturale e che la composizione architettonica deve essere sviluppata e rappresentata in tutti i suoi particolari.

La costruzione e la gestione degli edifici merita un ripensamento critico e radicale – con il fine di assicurare un risparmio consapevole e controllato delle risorse, di migliorare il livello qualitativo degli ambienti di lavoro e di ridurre efficacemente i consumi energetici dal punto di vista economico.
Gli immobili capaci di durare più a lungo, adattabili, a basso consumo di energia fossile per riscaldamento, raffrescamento, illuminazione, alimentazione elettrica e, al contempo, di alta qualità architettonica, possono essere solo il frutto di un processo specifico di ottimizzazione riferito alla situazione locale.
La missione richiede ogni volta un’accurata integrazione delle conoscenze più recenti che provengono dal mondo delle scienze naturali e dell’ingegneria, oltre a prevedere lo sviluppo delle strategie e delle tecniche di progettazione e simulazione.
Tutto ciò contribuirà ad aumentare le opportunità, ma anche gli sforzi nella ricerca, nell’elaborazione di concetti alternativi, nell’ottimizzazione progettuale, nella definizione del concetto e nello sviluppo dei particolari.
I maggiori costi di progettazione che ne deriveranno saranno però risarciti nel giro di pochi anni dai risparmi ottenuti in corso di esercizio. Si riveleranno perciò un saggio investimento per tutti quegli edifici in grado di durare più a lungo.

Un maggiore investimento nell’opera intellettuale e creativa è dunque necessario: un obbiettivo assolutamente tollerabile nell’ottica di ottenere – oltre a caratteristiche di sostenibilità – anche alcune migliorie qualitative e, di conseguenza, maggiore redditività economica.

Stiamo parlando dell’integrazione di tutto ciò che caratterizza “l’organismo complesso” della costruzione, sia dal punto di vista volumetrico, sia materico, geometrico e dimensionale; di tutto ciò che determina il risultato della composizione architettonica in ogni singola e specifica situazione.
I brevi brani introduttivi all’inizio di ogni scheda di progetto dovrebbero servire a fornire alcune utili indicazioni che, secondo me, possono aiutare a comprendere meglio le scelte attuate.
I testi introduttivi sono quasi sempre stati elaborati dagli architetti stessi e documentano anche la grande differenza di struttura, tipologia, materiale, grandezza e localizzazione che separa un progetto dall’altro.

Anche la variazione della grafica degli elaborati progettuali e del taglio delle immagini può aiutare a comprendere le grandi differenze di personalità di committenti e progettisti, pur rimanendo nell’ambito di una stessa categoria di funzioni d’uso.
La classificazione cronologica dei progetti, in base al momento della costruzione, dovrebbe inoltre aiutare a riconoscere lo sforzo nella ricerca e nell’innovazione, consentendo anche di ristabilire correttamente la paternità di alcuni concetti che qualche volta, e forse affrettatamente, sono considerati di nuova concezione.

Thomas Herzog

 

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